La prosopopea (dal greco antico prósopon, faccia, persona, e poiéin, fare, agire ) è una figura retorica che si ha quando si fanno parlare oggetti inanimati o animali, come se fossero persone.
È una prosopopea anche il discorso di un defunto.
Nel mondo greco la più celebre prosopopea fu nel Critone di Platone quando le Leggi di Atene parlano a Socrate e pretendono che ad esse sia dovuta obbedienza anche quando sono sfavorevoli.
Un esempio di prosopopea si ha nelle "Catilinarie" di Cicerone in cui egli immagina che la Patria sdegnata rimproveri Catilina, reo di aver organizzato una congiura contro di essa.
Altro celebre esempio di prosopopea si ha nella Bibbia quando nei libri sapienziali la Sapienza Divina viene personificata e rivolge la parola al popolo e al lettore:
« La sapienza fa il proprio elogio, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria: "Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo e come nube ho ricoperto la terra. » (Siracide 24,1-3) |
Nel linguaggio contemporaneo per "parlare con prosopopea" si intende un discorso fatto con eccessiva enfasi rispetto al tema trattato.
Colui che parla "con prosopopea" si mette in ridicolo perché quello che sta dicendo con tanta enfasi è scontato per la grande parte del pubblico.