Il totemismo è comunemente considerato una pratica religiosa tribale, basata su un oggetto di forte valore simbolico, detto totem.
La definizione odierna di totemismo propone un'analisi del fenomeno che lo presenta sì come una forma di culto animista (o meglio preanimista), ma anche come un'espressione del culto degli antenati e, più generalmente, del legame dell'uomo con la natura e ciò che lo circonda.
Il culto del totemismo si fonda completamente sull'oggetto, astratto o concreto che sia, del totem: questo rappresenta una moltitudine di significati tra cui principalmente:
Il culto tuttavia ha anche molti aspetti individuali, come l'evocazione del totem al di fuori dalle manifestazioni sociali, e, oltretutto, richiede spesso riti di iniziazione che sono eseguiti anche in età adulta.
Il totemismo venne inizialmente classificato come un passaggio precedente alle religioni politeistiche, nelle quali si riteneva che vi si potessero trovare delle tracce.
Il termine "totemismo" venne tuttavia introdotto solo a fine 1700, probabilmente grazie a John Long [1].
Importanti novità sul concetto di totemismo vennero apportate da Claude Lévi-Strauss, che lo avvicinò nettamente a quello odierno.
Ciò che però contribuì a fornire fonti di studio al riguardo furono proprio le esplorazioni del 1500 in America, Africa e soprattutto Oceania, dove è stato possibile studiare popolazioni e comunità "primitive".
Forme di totemismo si ritrovano anche oggi e, oltretutto, anche in religioni monoteistiche.
Un esempio non spirituale ma sociopolitico di totem è rappresentato da simboli di unità nazionale quali le bandiere, gli stemmi e così via.