La parola stigma viene usata come sinonimo di marchio, segno distintivo in riferimento alla disapprovazione sociale di alcune caratteristiche personali.
In sociologia si usa per caratterizzare un handicap fisico o mentale o una devianza.
Sono i greci che si servono per primi di questa parola per denominare una serie di segni fisici che possono essere associati ad aspetti riprovevoli, considerati legati alla "condizione morale" dei soggetti che ne sono afflitti.
Lo stigma denota appunto una particolare connotazione fisica (dovuta a handicap) o può essere altresì riferito a particolari categorie sociali che in qualche modo vengono discriminate da quelle che Erving Goffman, nel suo saggio "Stigma, l'identità negata", definisce persone "normali".
Lo stigma porta alla discriminazione e alla conseguenza di stereotipi, che si ripercuotono nella società.
La "diversità" porta a far emergere caratteristiche particolali e quindi all'emarginazione, solo per il fatto che queste caratteristiche sono diverse.
Lo stigma è innanzitutto nell'occhio di chi guarda.
Molte volte le persone portatrici di handicap fisici, mentali, o categorie sociali di persone "deviate", non si inquadrano nell'ottica di stigmatizzati, ma sono le persone "normali" a definirli diversi, attribuendovi così un marchio distintivo.
Questa distinzione sociale tende a creare categorie ben definite di persone stigmatizzate, che si inquadrano in una "cornice" diversa, a seconda del loro stigma (portatori di handicap, malati di mente, deviati).
Lo stigma porta all'alienazione di particolari categorie di individui, alla discriminazione appunto.
È proprio l'alienazione di queste persone a creare uno stigma e non un loro particolare problema fisico o mentale.
Essendo allontanati dalla società, questi individui si sentiranno isolati e soli, potranno contare solo sul supporto di persone simili a loro, che si trovano nella stessa condizione.
Lo stigma può essere applicato anche ad altri tipi di categorie di individui, distinguendoli in modo definito da altri.
Parole come "è il/la più bravo/a della classe" oppure "è stata eletta la più bella della città" sono marchi che vengono inflitti a persone che in seguito a questa categorizzazione (per quanto possa sembrare lusinghiera) sono costretti a tenere sempre la stessa condotta, per cui chi è il più bravo o la più brava della classe sarà costretto/a ad ottenere buoni voti tenendo la media sempre alta; chi è stata eletta la più bella, non potrà permettersi di ingrassare o trascurare il suo fisico; se dovesse capitare che una di queste persone stigmatizzate non tenga la stessa condotta, si può instaurare in loro per primi, la delusione di aver deluso le aspettative collettive; altri magari, che speravano in un loro fallimento, saranno felici, e coscienti del fatto che anche queste persone possono sbagliare.